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domenica 22 aprile 2012

10 modi di chiamare la neve

Non ho mai pensato di avere i rapporti speciali con la neve. Nemmeno di possedere chi sa che vocabolario per descrivere questo fenomeno della natura russa. Ma poco tempo fa ho scoperto che il nome che usavo per la tempesta di neve Буран (buran) è una parola specifica degli Urali! Si usa sopratutto per descrivere la tempesta di neve nella steppa (devo spiegare cos'è?). La tempesta di neve classica, che si chiama метель (Metel), è accompagnata dalle precipitazioni e aumento della temperatura. Mentre буран accade anche in -30° con il cielo chiaro e senza precipitazioni. Non è comunque una passeggiata questo buran... perché sposta la neve, accumulata per terra, e forma поземка (pasemka) oppure вьюга(vjuga) - lo spostamento della neve dal vento, che di solito ricopre e blocca le strade.
Metel con la visibilità vicina a zero si chiama пурга (purga). La storia non finisce lì! Grazie a wiki ho scoperto che Буран è anche il nome di un vento particolare degli Urali (sento di dovermi giustificare: non sono mai stata forte in Geografia oppure il mio insegnante di Geografia non era particolarmente forte in Geografia).
Il buran è un vento di aria fredda, spesso molto forte, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, ad ovest degli Urali. Ha direzione N-NE ed è causata da una depressione che sconvolge le condizioni anticicloniche tipiche della zona. Esso è spesso accompagnato da bufere di neve congelata durante la quale i fiocchi caduti a terra vengono sollevati di nuovo e, mescolandosi alla neve che cade, azzerano quasi la visibilità.
Pensandoci ancora un attimino vi scrivo altre parole invernali: снег - neve снежинка - un fiocco di neve гололедица - ghiaccio per la strada (ma solo per la strada) наст - la crosta di neve (non va bene per nessun altro tipo di crosta :)

lunedì 9 gennaio 2012

Sulle ale della notte

Stamattina mi sono svegliata alle 6.00, per prendere l'aereo alle 8.45. Nella finestra c'era il buio cosmico - la Russia quest'anno ha abandonato il passaggio all'ora legale e il paese è immerso nell'oscurità.

Abbiamo scoperto che l'aereo è in ritardo di otto ore e ho continuato a contemplare il cielo:

Le 7.00 - buio-buio-buio

Le 8.00 - buio-buio.

Le 9.00 - ancora buio.

Le 10.00 - l'ultimo buio prima dell'alba.

Le 10.15 - l'alba, mite e insicura.

Ecco perché non ci servono le persiane )))

PS. L'impatto psicologico ed economico di questa mossa è poco chiaro.

giovedì 3 febbraio 2011

Ma come mai che hai freddo? Sei russa!

E si, sono russa.. Come se per questo mi crescesse il pelo di husky sulla faccia o che io fosse geneticamente modificata per non sentire il freddo? Affermo indubbiamente, che i russi sono un popolo del sud più di qualsiasi altro popolo del sud!


Ci sono alcuni fatti (certi abbastanza sorprendenti) che devo rivelarvi sui russi e il freddo:
1) Odiamo il freddo - se abbiamo la possibilità di scapare in un posto dove non fa freddo - lo facciamo!
2) Temperatura media nell'appartamento russo d'inverno 25°C e non è regolabile :), divisa casalinga: maglietta maniche corte, pantaloncini leggeri.
3) Quando la temperatura scende sotto zero non si esce fuori senza una sciarpa e un capello e tutte le donne e alcuni uomini portano calzamaglia sotto pantaloni.
4) La pelliccia (шуба) in Russia non è solo un attributo di lusso ma una necessità (ci sono pocchissime cose che scaldano come una peliccia). La più preggiata della classe media alta è quella di visone (a volte con pelo cimato perché così è mooolto più morbida), la classe alta-alta è chinchilla, zibelllino e lince, la classe media in ordine decrescente comprende castoro, volpe (troppo pelo e non dura tanto), volpe polare, nutria e coniglio (dura pocchissimo, fino a 2 anni).


 Un'altra cosa molto utilizzata sono i capotti di mantone (дубленка), vi faccio vedere la versione classica ma si portano sopratutto quelle moderne - colorate e più sottili (ma ugualmente caldi).



5) Le scarpe e gli stivali invernali hanno il pelo dentro (la famosa tecnologia GEOX ha, come dire..., sottostimato l'effetto di "lasciar respirare i piedi" quando fuori fa meno 30°C, vi assicuro che non vi può fregar di meno di respirazione del piede). Le calzature tradizionali che hanno ritrovato la sua seconda vita sono valenki (валенки) - stivali di feltro duro. Esistono da più di 1,5 mila anni (e, sorpresa-sorpresa, non hanno la distinzione tra il piede destro e il piede sinistro!! sono uguali)













Le donne a volte portano al lavoro un cambio di scarpe (per mettere gli stivali caldi quando sono fuori e le scarpe estive - dentro). Il modello più commune è questo:











6) I bambini, quando io ero piccola, avevano i beretti di peliccia di capra tagliata e colorata (цигейка) che si fissavano con un elastico (ma non sono riuscita a trovare le foto). C'erano anche dei bellissimi capelli sportivi che si chiamavano петушок (che non si usano più), qua troverete più foto петушок.
Invece il capello che è conosciuto tantissimo all'estero come tipico capello russo si porta sempre di meno. In russo si chiama (формовка или шапка-ушанка). Lo riconoscete?
7) Le strade e i marciapiedi d'inverno sono ricoperti di circa 20cm di giaccio e sono abbastanza scivolosi. Il vecchio trucco per rendere qualsiasi scarpe antiscivolo era incollare il cerotto che si vende in rotoli (quindi è un po' più ruvido) a croce sulle suole.

Per concludere c'è un detto russo: "Любишь с горки кататься - люби и саночки возить" che significa "Se ti piace scendere giù per la china con la slitta - vedi anche di farti piacere a riportare la slitta in cima della colinetta."